La malattia parodontale o parodontite o piorrea è una patologia cronica causata da batteri specifici che provocano un’intensa risposta infiammatoria delle gengive e dell’osso. Una recente ricerca pubblicata sul “Journal of Dental Research” afferma che il 47% dei trentenni e oltre il 70% degli ultra sessantenni, hanno una malattia parodontale attiva.
I batteri patogeni che non sono stati eliminati dalla bocca tramite opportune manovre di igiene orale, domiciliare e professionale, possono dare il via a una vera e propria “reazione a catena” di infezioni ed infiammazioni, con possibili gravi conseguenze sistemiche (cioè generali). I batteri patogeni del cavo orale e le loro tossine provocano delle batteriemie perché dal microcircolo orale passano nel sague e sono in grado di raggiungere tutti gli organi del nostro corpo causando malattie, direttamente poiché si insediano nei tessuti lontani dalla bocca, o indirettamente attraverso uno stato persistente di infiammazione sistemica che indebolisce il sistema immunitario.
Le evidenze scientifiche confermano che esiste una correlazione diretta tra la malattia parodontale ed il rischio di infarto; i batteri che aggrediscono denti e gengive sono gli stessi delle pericarditi ed endocarditi (malattie cardiache e coronariche mortali). Chi soffre di parodontite ha valori di granulociti neutrofili circolanti e parametri infiammatori sistemici (come la proteina C reattiva) elevati rispetto alle persone sane. In particolare, quest’ultimo parametro è un ottimo predittore per lo sviluppo di malattie ischemiche, aterosclerosi. Un recente studio effettuato su tessuti sclerotizzati, rimossi chirurgicamente ed analizzati con le più moderne tecniche di analisi biomolecolari, ha dimostrato la presenza di batteri della parodontite nelle placche ateromatose delle arterie coronariche del 90% dei soggetti con malattia parodontale conclamata. Il numero significativo di specie parodontopatiche rinvenute nei campioni di tessuto sclerotizzato dei pazienti con parodontite, suggerisce che la presenza di questi microrganismi nelle lesioni coronariche non è casuale e che essi infatti contribuiscano allo sviluppo di malattie vascolari (Gaetti-Jardim E. Jr et al 2009). Inoltre, i patogeni parodontali determinano un aumento del rischio di sviluppare diabete mellito, influenzando anche negativamente il controllo glicemico. L’alterazione nei diabetici del controllo glicemico è causata dal passaggio continuo di tossine batteriche e batteri nel sangue e da un eccessivo rilascio di mediatori infiammatori (Lamster I.B. et al. 2008; Dunning T. 2009; Williams R.C. et al. 2008). La malattia parodontale è, inoltre, un fattore di rischio nello sviluppo del cancro orale, artrite reumatoide, infezioni respiratorie e polmonite da ingestione batterica, ictus ischemico, declino cognitivo. Predispone al parto pre-termine e alla nascita di con bambini sottopeso, in quanto i cambiamenti ormonali che avvengono durante la gravidanza hanno un effetto diretto sulla struttura del parodonto aumentando la permeabilità vascolare del tessuto gengivale con maggiore diffusione di batteri (Novák T. et al. 2009). Sono stati individuati nei tessuti placentari nei soggetti affetti da malattia parodontale antigeni del Porphyromonas gingivalis (patogeno parodontopatico), segno che la placenta può essere attraversata da questi microorganismi. La parodontite è una patologia e come tale deve e può essere curata.